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I PARCHI DELLA SALUTE

Parchi pubblici creati per la salute fisica e mentale dei cittadini, secondo criteri ben ponderati e ben definiti che ne consentano anche una formale certificazione.

31 ago 2023 Progettazione - Tempo di lettura: min.

Busto Arsizio Varese

In tempi recenti abbiamo assistito ad iniziative legislative e proposizioni politiche insensate e populistiche per il verde pubblico, e in particolare per le piantagioni di alberi, i soggetti vegetali ritenuti più rappresentativi. Ne sono esempio le disposizioni che obbligano i Comuni a piantare un albero nel perimetro urbano alla nascita di ogni bambino, e le sgangherate promesse di mettere a dimora fantastilioni di alberi in luoghi indefiniti, in un indefinito futuro. Gli alberi non possono essere messi qua e là a casaccio: si devono piantare (e non "piantumare", per favore…) quando e dove ve ne sia l'opportunità, con i giusti criteri, con la previsione di adeguate cure post-impianto e, ancor prima, con la certezza di poterli davvero avere a disposizione (quindi con preliminari "contratti di coltivazione" con i vivaisti). Ben vengano, dunque, le idee accorte e meditate come quella dei "parchi della salute", con una visione innovativa sostenuta da un approccio di tipo scientifico.

Una definizione semiufficiale di Parco della Salute è quella formulata da Kèpos, Associazione di Promozione Sociale senza scopo di lucro istituita per assecondare il processo avviato nel 2021 da Assoverde e Confagricoltura con il progetto Libro Bianco del Verde, ora alla sua seconda edizione (della prima si è parlato in https://www.guidagiardini.it/articoli/il-libro-bianco-del-verde):

un Parco della Salute è una "ampia area urbana per tutta la popolazione, compresi specifici target (anziani, bambini, adulti, sportivi, ecc.), ma anche per animali domestici e selvatici, piacevole, inclusiva e socializzante, volta all'incontro ed all'interazione, sicura ed ecosistemica, ricca di biodiversità, arredata anche secondo i principi di Urban Health, correttamente manutenuta e vigilata, progettata nel risparmio di risorse naturali, vicina, destinata a divenire luogo che promuove salute, contribuendo sia a contrastare l'inquinamento atmosferico che ad offrire benessere psicofisico a chi la frequenta".

La premessa a questa definizione è quella di Rosi Zuliani Sgaravatti, presidente di Assoverde, sempre citata da Kèpos:

c'è stata "una intuizione geniale da cui tutto è iniziato: in città sempre più popolose, messe a dura prova dalla pandemia e dagli effetti del cambiamento climatico, il verde acquista molti altri significati rispetto a quello tradizionale, meramente estetico. Uno, però, è certamente il più importante di tutti: la salute […] intesa, però, non solo come forma fisica, ma come benessere e qualità della vita, che partono dall'uomo ed arrivano al pianeta, in un approccio olistico e integrato che vede insieme, connessi ed interdipendenti, esseri umani e ambiente".

Per dare sostanza al progetto, il gruppo di lavoro (piuttosto prestigioso) che se ne è occupato ha individuato i criteri per la progettazione dei Parchi della Salute, prevedendo anche un processo di certificazione formale degli stessi, che accerti il soddisfacimento dei loro requisiti necessari. Le Pubbliche Amministrazioni (principalmente i Comuni, a quanto si prevede) interessati alla realizzazione di questa tipologia di parchi dovranno rifarsi ai criteri generali stabiliti; altri soggetti, individuabili in istituzioni sanitarie o per la terza età o per i più piccoli, potranno fare riferimento a criteri specifici sviluppati per assecondare le loro peculiarità.

La normativa per la certificazione, indispensabile per garantire che il parco sia creato e mantenuto a regola d'arte, sarà redatta e pubblicata nel prossimo futuro. Si prevede di affidare la procedura di certificazione a CSQA, organismo a controllo pubblico, attivo, tra gli altri, nei settori della salute e della sostenibilità ambientale.

I PARCHI DELLA SALUTE

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