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IL VERO "BONUS VERDE"

Più che con le agevolazioni fiscali legate al cosiddetto “bonus verde”, si risparmiano soldi (e dispiaceri) partendo bene con la costruzione di un giardino: è un buon progetto il vero “bonus

15 feb 2024 Progettazione - Tempo di lettura: min.

Busto Arsizio Varese

Da qualche anno è in vigore la misura fiscale detta bonus verde, che si riferisce a interventi innovativi nel campo del verde ornamentale, in particolare la progettazione e la realizzazione di giardini. Gli importi in gioco sono piuttosto modesti, e in ogni caso non si vuole qui descrivere un intervento i cui dettagli sono ampiamenti disponibili in internet e più propriamente di competenza di un commercialista.

Ben più significative, anche da un punto di vista finanziario, sono a mio parere ben altre soluzioni che un accorto committente di un giardino può adottare. Occorre, in sostanza, partire col piede giusto, come del resto dovrebbe sempre accadere in qualsiasi circostanza: si tratta ora di stabilire che cosa significhi "partire col piede giusto" nel caso specifico della costruzione di un giardino. Per capirlo, esaminiamo quali sono i problemi che si incontrano più frequentemente dopo la realizzazione di un giardino.

Mancanza di struttura e di coerenza.

Spesso il proprietario, o il giardiniere, mette a dimora piante ritenute "belle" per qualche loro peculiarità (il tipo di fioritura, la forma delle foglie, i colori autunnali, la produzione di frutti), oppure evocative (i ricordi dell'infanzia o di un viaggio o di una persona cara). In tutto ciò in linea di principio non c'è niente di male, purché l'insieme delle piante "belle" o evocative appartenga a un disegno coerente; in caso contrario il giardino riuscirà mal strutturato e mal assortito, e in definitiva scialbo e insoddisfacente.

Troppe piante.

Spesso i realizzatori di giardini peccano di entusiasmo e si fanno prendere la mano con le piantagioni (non le "piantumazioni", che sono di bassa qualità per definizione), senza tener conto che le piante crescono, aumentano di volume e si danno reciprocamente fastidio. Le chiome si intrecciano in modo antiestetico oppure, seppur più di rado, si evitano distorcendosi (quest'ultimo è il fenomeno poeticamente detto "timidezza delle chiome"), rendendo necessari sfoltimenti o drastiche potature per rimediare al caos. Così si spende molto più del necessario, sia per piante superflue, sia per successivi interventi di sfoltimento e contenimento. Un'approfondita riflessione su come evolverà il giardino negli anni successivi all'impianto eviterebbe di mettere a dimora molte più piante di quante servirebbero.

Piante sproporzionate.

Capita troppo spesso di vedere giardini dominati da un grande albero, con effetti anche grotteschi. All'estetica compromessa si può aggiungere una diatriba con il vicino, che non tollera l'invasione della sua proprietà da parte di rami e fronde di un albero ingombrante. Il "rimedio" (per così dire) è l'abbattimento, oppure la capitozzatura, quest'ultima pure da ripetere periodicamente. In ogni caso si tratterà di una spesa ingente.

Cura e manutenzione.

Una piantagione spropositata (per numero o tipo o collocazione delle piante), e l'inadeguatezza di percorsi (sentieri, vialetti, passi carrai), servizi (illuminazione, irrigazione) o manufatti (ricoveri, coperture, cordoli, pavimentazioni), rendono difficile e onerosa la gestione del giardino nel tempo.

Cambiamenti climatici.

Siamo ora alla questione più complessa. I rapidi cambiamenti climatici in atto stanno mandando all'aria le antiche convinzioni su quali siano "le piante giuste" per un determinato contesto. Una volta si diceva che le piante "autoctone" (brutto termine, confuso e abusato, che non significa nulla se non si specifica l'areale di riferimento) sono automaticamente "giuste" perché evolutesi in quel contesto. Ancora adesso c'è chi, in modo ingenuo o ideologico, sostiene questa teoria. In realtà le piante autoctone o naturalizzate stanno diventando, se già non lo sono, inadatte al luogo in cui si sono storicamente insediate o evolute, perché quell'ambiente ha subito, o sta subendo, profondi mutamenti a cui le piante in questione non sono in grande di adattarsi con sufficiente rapidità.

In definitiva.

Bisogna sapere e ricordare che: (1) non necessariamente un bel giardino è fatto di "belle piante" e delle "belle piante" fanno un bel giardino; (2) le singole piante contano molto meno della struttura e della coerenza dell'insieme; (3) quando si vuol mettere a dimora una pianta bisogna considerare quali dimensioni raggiungerà a maturità; (4) quando si concepisce un giardino bisogna pensare a quali saranno poi le cure e le manutenzioni richieste; (5) il principio di "pianta giusta al posto giusto" deve tener conto dei cambiamenti di un clima in rapida evoluzione.

Allora, per "partire col piede giusto" bisogna affidarsi a un progetto iniziale ben ponderato, altrimenti il giardino sarà destinato al fallimento, sia estetico che economico. È un buon progetto il vero bonus verde.

IL VERO "BONUS VERDE"

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