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IL SOGNO DI CALPURNIA

Troppi giardini sono devastati da sedicenti “giardinieri”, armati di una motosega e di una vergognosa incompetenza, che rovinano anche l’immagine e il mercato ai giardinieri professionali.

6 ott 2021 Cura di piante e alberi - Tempo di lettura: min.

Busto Arsizio Varese

Narrava Plutarco che la moglie di Cesare, Calpurnia, fece un sogno che presagiva la morte violenta del grande condottiero. Nel mio piccolo, ho sognato la morte del mio giardino. Assente da casa per un paio di settimane, nell'incubo mia moglie aveva pensato, senza consultarmi, di assumere una persona che nel frattempo curasse il giardino. Al mio ritorno avevo trovato tutte le piante, ma proprio tutte, tagliate trenta centimetri sopra il piede. Conoscevo l'autore di tanto scempio: fino a poco tempo prima faceva il camionista…

Fin qui il sogno. Ma qualche mese dopo un manutentore professionista mi ha raccontato che un suo conoscente aveva assunto un "giardiniere" dalle modeste pretese economiche per curargli il giardino durante le vacanze. Al suo ritorno il malcapitato, peraltro non incolpevole, aveva trovato alberi e arbusti tutti capitozzati all'altezza degli occhi.

Mi ricollego qui a un articolo pubblicato nel 2012 (https://www.guidagiardini.it/articoli/labusivismo-nel-settore-del-giardinaggio), che lamenta il fenomeno dell'incompetenza nel mondo dei giardini e della scorrettezza di sedicenti giardinieri improvvidi e improvvisati.

Sono stato testimone di un gran numero di nefandezze: chiome eleganti ed equilibrate barbaramente capitozzate (anche di faggi!), branche tagliate a filo del tronco eliminando il collare, prati rasati subito dopo una pioggia, camelie potate un attimo prima della fioritura, siepi informali "raddrizzate" dal tosasiepi, colletti di alberi scorticati dal decespugliatore, buche di impianto più piccole del pane di terra che dovevano ospitare, espianti effettuati tranciando via tutta la parte attiva dell'apparato radicale, piantine messe a dimora assieme al vasetto (questa forse le batte tutte).

I sedicenti giardinieri esibiscono anche una grossolana ignoranza dei nomi delle piante: per loro tutte le conifere sono "pini" e non hanno idea di che cosa siano genere, specie e varietà, cioè l'ABC della Botanica. Esistono anche garden center di bassa qualità. In uno ho visto una comunissima palma (Trachycarpus fortunei) etichettata come Chamaecyparis (che è una conifera). Un anziano titolare, ora fortunatamente in pensione, di fronte a una piantina di Chamaecyparis obtusa 'Nana Gracilis', ha cercato di convincermi (sicuramente perché ne era convinto lui) che Chamaecyparis e obtusa fossero (parole sue) "due generi diversi di una stessa varietà": che è un po' come dire che Europa e Italia sono due continenti diversi, ma entrambi in provincia di Varese.

Questi ineffabili personaggi, che fanno dell'ignoranza e dell'incapacità la loro professione, rovinano l'immagine dei giardinieri seri e preparati e li danneggiano anche economicamente, offrendo servizi pessimi e deleteri ma a prezzi stracciati, che sono come il canto delle sirene per i clienti più ingenui e sprovveduti (si veda il caso riportato all'inizio). E non contenti di una singola incompetenza, si offrono anche come paesaggisti, fitopatologi e arboricoltori: insomma, una concorrenza sleale a tutto campo.

Purtroppo le ultime generazioni, e non solo di "giardinieri", sono cresciute al motto di "val più la pratica della grammatica", una colossale scempiaggine che non può che produrre dei danni. La competenza è il prodotto dell'istruzione formale e dell'esperienza e, come ben si sa, quando un fattore è zero, è zero anche il prodotto.

Vi sono note istituzioni che provvedono alla formazione di giardinieri, arboricoltori, paesaggisti e ogni sorta di professionalità "del verde", come la Scuola Agraria del Parco di Monza e la Fondazione Minoprio. Ma fino a quando la partecipazione a corsi qualificanti non sarà un requisito obbligatorio per esercitare una professione del mondo delle piante, e fino a quando non vi saranno controlli per smantellare l'imperante abusivismo, si continuerà ad assistere a scempi e distruzioni del verde pubblico e privato.

IL SOGNO DI CALPURNIA

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