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FACIMMO AMMUINA

Paradossalmente, nel progetto di un giardino la rappresentazione grafica di tipo “render” è tanto più inadeguata quanto più è dettagliata.

25 ott 2021 Progettazione - Tempo di lettura: min.

Busto Arsizio Varese

Molti di noi si portano a spasso dei miti costruiti su se stessi: miti convintamente e genuinamente creduti, complici sia il tempo che distorce i ricordi, sia l'autostima che volge la distorsione a proprio vantaggio. C'è chi ricorda che al Ginnasio traduceva al volo dal Latino autori "difficili", chi ricorda che all'Università conosceva a memoria l'intera Tavola Periodica degli elementi chimici, chi, tra i più anziani, ricorda che durante la guerra faceva cento chilometri in bicicletta con un sacco di riso da 50 kg sulle spalle. Magari era davvero così, ma vi è più di un sospetto che in questi "ricordi" le prestazioni siano un tantino esagerate, naturalmente in totale buona fede.

Vi sono anche dei miti che riguardano capacità presenti. Qualche tempo fa, apprestandomi ad attraversare la strada mentre un'auto era in arrivo, ero convinto che l'avrei attraversata in tre balzi: al settimo, e con l'auto pericolosamente vicina, mi sono reso conto di avere grandemente sovrastimato la mia agilità.

Tipicamente noi progettisti tendiamo a presumere di capire tutto da una planimetria. Tutto sommato, è anche questo un mito. Intendiamoci: non vi è dubbio che un progettista medio usi e capisca una planimetria molto meglio di una persona media (e ci mancherebbe! Se così non fosse, farebbe meglio a cambiare mestiere). Ma siccome oggi possiamo disporre di software, variamente evoluti, per il disegno 3D, e possiamo facilmente produrre render (rappresentazioni) tridimensionali, val la pena di approfittarne.

Visualizzare un progetto in tre dimensioni, potendo guardarlo da infinite prospettive, non è solo di grande aiuto per il cliente, che può vedere invece di interpretare, ma anche di supporto al progettista, che può meglio valutare i rapporti di forme e di dimensioni e migliorare l'equilibrio dell'insieme. Se poi il giardino si sviluppa su più livelli, il 3D è di utilità ancora superiore.

Detto questo, non si deve credere che un programma per computer possa fare il lavoro di progettazione. Col computer non si progetta: si disegna. L'opera di progettazione non è automatica, non ha ricette precostituite, è frutto di esperienza, empatia e creatività, e bisogna attendere un salto di qualità dell'intelligenza artificiale per vedere dei computer che progettano giardini. Al momento l'informatica, accanto ai vantaggi reali di cui si è detto, ne dà anche di illusori.

Esistono software specialistici che producono immagini e filmini tanto accattivanti quanto impropriamente definiti "fotorealistici". La realtà è che il realismo è solo grafico, non paesaggistico: esibire fronde scosse dal vento, nuvole in movimento e stormi di uccelli che solcano il cielo può rendere realistico un videogioco, non un progetto. Lo scopo è fare un bel giardino, non un bel filmino. I giardini non sono edifici e le piante non sono arredi. Una poltrona e un salotto sono immutabili (se non per usura), mentre una pianta e un giardino evolvono in continuazione; e allora, quale giardino si vorrebbe rappresentare con il "fotorealismo"? Quello appena impiantato, o come sarà fra tre anni, o fra cinque, o fra dieci?

Alcuni programmi sono anche, in teoria, previsionali. Ma davvero vogliamo credere che un sofware di rendering possa prevedere quante e quali delle piante messe a dimora moriranno, stenteranno o prospereranno oltre le attese? O prevedere lo sviluppo di ogni pianta in funzione delle vicinanze e delle interazioni con le altre? Può forse sapere che la chioma di un pitosforo eviterà quella di un melograno, e si avvicinerà invece a quella di un olivastro? Veramente improbabile!

Per queste ragioni, più un render è graficamente accurato e meno è paesaggisticamente attendibile. Così, con i software di rendering sempre più raffinati disponibili al giorno d'oggi, c'è il rischio, per i progettisti meno ispirati, di fare ammuina, come dicono a Napoli, e di produrre ottimi render di pessimi giardini. Reputo poi risibile la pretesa di mostrare come sarà un giardino attraverso la realtà virtuale o la realtà aumentata, con visori tridimensionali. Oltretutto, poiché i software costano, così come costa il tempo che ci si spende attorno, i committenti possono trovarsi caricati di costi aggiuntivi se il progettista indulge in esagerazioni.

In definitiva, la visualizzazione tridimensionale è di grande utilità ed è bene utilizzarla, ma avendo ben chiaro che, per il progetto di un giardino, può fornire solo indicazioni di massima.

FACIMMO AMMUINA

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