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L’ETÀ DEL LEGNO

Dal passato al presente e dal presente al futuro, col Giappone in comune, due tipi di legno davvero speciali: “shou sugi ban” e “legno potenziato”. Questo secolo sarà l’Età del Legno?

18 ott 2021 Le ultime sui giardini - Tempo di lettura: min.

Busto Arsizio Varese

Dal Giappone arrivano due ispirazioni per l'impiego del legno in giardino. La tecnica artigianale detta "shou sugi ban" o "yakisugi"ci giunge dal passato ed è stata recentemente riscoperta e adattata alle nuove esigenze estetiche; la tecnologia del "legno potenziato" (in Inglese "augmented wood") è invece altamente innovativa e ancora tutta da sviluppare su scala industriale.

Shou sugi ban

Il legno di Cryptomeria japonica ("sugi" per i giapponesi, "cipresso sugi" o "cedro giapponese" in Occidente) era anticamente usato in Giappone per manufatti esposti agli agenti atmosferici, dopo una bruciatura controllata e superficiale, che tiene lontani anche i parassiti (funghi e insetti). Una tecnica, detta shou sugi ban, ora riscoperta da artigiani occidentali per la costruzione di arredi da esterni di grande suggestione, impiegando anche altri legnami, ad esempio in America cedro rosso e in Italia larice e castagno, anche se il castagno, non essendo una conifera, e il larice, avendo un legno già resistente alle marcescenza, fanno storcere il naso ai tradizionalisti.

Il termine moderno in uso nel Paese di origine è yakisugi, dove il prefisso "yaky" significa "bruciato", e non shou sugi ban, ritenuto termine arcaico con contaminazioni cinesi; inoltre, si applica solo alle tavole sottili di legno di conifera di impiego edile e non a manufatti ornamentali o massicci, e si riferisce al prodotto e non al processo. Ma noi Occidentali non guardiamo tanto per il sottile. D'altra parte, è normale che un certo termine assuma significati diversi in contesti culturali diversi.

È invece importante che il procedimento sia eseguito in modo tecnicamente corretto, per lasciare poca umidità all'interno del manufatto e produrre una "crosta" superficiale dura e resistente alla marcescenza. Anche la risultante fuliggine deve possedere determinate qualità. Per un buon controllo della carbonizzazione si può far uso di un cannello con bombola di gas GPL (propano e butano), del tipo usato per saldare le guaine bituminose in edilizia. Naturalmente, dovendo operare con fiamme vive, è bene lasciare il lavoro a un esperto. La fuliggine che si crea, e che è indice della riuscita del trattamento, va rimossa prima con una spazzola di ferro e poi con una più morbida. Alla fine il legno risulterà piuttosto profondamente inciso: una sorta di goffratura molto decorativa. Si lava il manufatto con acqua corrente e si applica dell'olio naturale o un prodotto di finitura particolare se si desidera un effetto speciale.

Nel web si trovano diversi filmini tutorial che illustrano il procedimento e alcune possibile varianti "artistiche".

Legno potenziato

Legno traslucido: è ciò che ha inventato l'architetto-biochimico francese Timothée Boitouzet, considerando possibilità del tutto inedite dopo aver lavorato a Tokio e tratto ispirazione dalle costruzioni in legno antisismiche del Giappone. Ora, da una ricerca e sviluppo che tocca chimica, biologia molecolare e nanotecnologia, sta nascendo un materiale ligneo semitrasparente per applicazioni in ingegneria e nel design.

Chiamato Augmented Wood, e reso in Italiano come "legno potenziato", è un materiale durevole, indeformabile, impermeabile, resistente alle intemperie, inattaccabile da insetti, funghi e batteri, relativamente ignifugo e, come si è detto, un po' trasparente. Del particolare fascino di cui godono i materiali opalescenti si è detto, ad esempio, in https://www.guidagiardini.it/articoli/sogno-di-una-notte-di-mezza-estate.

L'opalescenza, come le altre proprietà, si ottiene con una tecnologia messa a punto dopo cinque anni di ricerca nel settore delle nanotecnologie applicate alla cellulosa, che comporta la modificazione della composizione e, di conseguenza, della struttura interna, per sostituzione della lignina (sostanza responsabile della deperibilità del legno) con un polimero naturale, una resina biosintetica che, per iniezione o imbibizione, conferisce al legno le desiderate proprietà fisiche, meccaniche e ottiche. Questa nuova tecnologia è applicata a specie legnose sottoutilizzate, di bassa qualità, crescita veloce e scarsa resistenza biologica e meccanica, come pioppo, betulla, balsa e pino marittimo, ma anche il più pregiato faggio.

Accanto al legno potenziato, si sta sviluppando anche un "legno concentrato", chiamato in Inglese Dense Wood, per applicazioni strutturali particolarmente esigenti, come la costruzione di torri e grattacieli. Si tratta di un materiale plurilamellare ottenuto dalla sovrapposizione di fogli pressati di legno potenziato, a venatura alternata in senso reciprocamente perpendicolare. L'obiettivo è l'utilizzo per facciate, pavimenti e tetti entro il 2025. Si calcola di consumare tre volte meno energia rispetto al cemento, 17 volte meno del vetro, 120 volte meno dell'acciaio e 475 volte meno dell'alluminio.

Un ulteriore sviluppo riguarda le proprietà ottiche. Si tratta di produrre pannelli che diffondano una luce morbida e omogeneamente distribuita, con un effetto più naturale e meno fastidioso di intense luci puntiformi. L'effetto può essere ottenuto incorporando dei quantum dot, che sono delle icone in nanotecnologia: cluster (piccoli assembramenti) di atomi di semiconduttori delle dimensioni di alcuni nanometri, fluorescenti se esposti alla luce UV. Si sta inoltre considerando l'utilizzo del nuovo legno per Smart Window, finestre elettro-cromatiche che, ricoperte da un sottile strato di polimero, diventano opache quando attraversate da una corrente elettrica.

Secondo Boitouzet, se il 1800 è stato il secolo del ferro e il 1900 quello del cemento, il 2000 sarà l'Età del Legno.

L’ETÀ DEL LEGNO

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