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Fiori all'occhiello

Nel periodo della "belle epoque", i loro fiori venivano portati all'occhiello al pari di rose e gardenie...

12 mar 2015 Le ultime sui giardini - Tempo di lettura: min.

Legnano Milano

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Camelie: nel periodo della "belle epoque" i loro fiori venivano portati all'occhiello al pari di rose e gardenie da eleganti signori che soprattutto tra la metà dell'800 e l'inizio del 900 contribuirono alla loro diffusione.

Queste sempreverdi arrivano in Europa direttamente dalle foreste subtropicali della Cina e del Giappone, incuriosendo ben presto privati benestanti e vivaisti che cominciarono a coltivarle e ibridarle, aumentando così l'interesse verso queste piante.

All'inizio la sua coltivazione era prevalentemente in vaso, poiché si pensava che non avrebbero resistito ai rigori invernali. In seguito furono sperimentate in piena terra, e, nelle nostre zone, in procinto dei laghi piemontesi e lombardi, ebbero immediato successo.

Sull'isola Madre le Camelie furono introdotte dai principi Borromeo che diedero il via alla coltivazione e produzione, soprattutto sulla sponda Piemontese , ricchissima in giardini e con un clima adatto alla pianta (estate fresche e inverni miti).

All'interno dei giardini di ville storiche, capita spesso di trovare Camelie piantate nell'800, vere testimoni della loro storia.

Come ogni pianta, anche la Camelie seguirono la moda. Incontrarono un periodo di forte declino che perdurò sino agli anni sessanta, per poi riguadagnare interesse, grazie soprattutto alla tenacia di un gruppo di botanici e floricoltori, che riprese a coltivarle "rimodernizzandole" con creazioni di nuove cultivar.

Il genere Camellia, famiglia theaceae, originarie delle zone tropicali dell'Asia, deve il suo nome al primo importatore della pianta Georg Joseph Kamel. Ne esistono circa 250 specie, ma la più coltivata a livello ornamentale è la C. japonica.

Piccolo albero, di lento sviluppo, sempreverde, caratterizzato da foglie coriacee e lucide e da spettacolari fiori che si schiudono generalmente a fine inverno inizio primavera. Le C. amano terreno fresco, acido e ricco di humus, ben drenato e un'esposizione a mezz'ombra. Le piante in piena terra possono sopportare anche i -10, in vaso meglio ritirarle o coprire con tessuto non tessuto e paglia sul vaso. In genere non sono necessarie potature, a parte un leggero contenimento, solo se necessario, da eseguire dopo la fioritura e l'eliminazione di rami morti o danneggiati.

Le irrigazioni sono necessarie solo il primo anno per le piante coltivate in piena terra, intervenendo nei momenti di siccità. In vaso bagnare regolarmente durante la stagione evitando ristagni e possibilmente utilizzando acqua poco calcarea.

Le C., in genere, se si seguono le regole sopra esposte, non hanno parassiti. Sono da temere principalmente marciumi radicali dovuti a eccessi di acqua e terreno pesante e attacco di afidi e Oziorrinco, le cui larve sono controllabili con l'applicazione al terreno di nematodi in sospensione acquosa.

Camellia sasanquavcresce più rapidamente di C. japonica, il portamento è un po' meno compatto e i suoi fiori si aprono da settembre a gennaio. Può sopportare esposizioni un po' più soleggiate.

Dalla Camellia sinensis, coltivata nelle zone tropicali asiatiche si ricava dalle giovani foglie la nota bevanda tonificante conosciuta con il nome di tè.

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