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La figura del botanico

Cosa sapete sulla figura del botanico? Scopriamolo insieme!

16 mag 2017 Cura di piante e alberi - Tempo di lettura: min.

giardini

Quanta sensibilità e amore per la natura bisogna avere per soffermarsi su fiori, sui semi o sui pollini? Quanta capacità di ascolto bisogna possedere per curare una pianta a dovere, sia fuori sia dentro casa? Vivono e soffrono proprio come noi a seconda del tempo e, alcune in particolare, sono fondamentali per una casa più bella e pulita o per un terrazzo accogliente.

La figura che più di tutte sa in fatto di piante è quella del botanico. Il botanico conosce i diversi stadi che attraversano le piante durante il loro ciclo vitale, quali sono gli organismi che interagiscono con esse (batteri, funghi, pollini, tuberi...), il clima più adeguato a seconda della pianta, per esempio . Il botanico analizza, infatti, la diffusione e la capacità di adattamento delle varie specie in relazione sia al clima che al tipo di terreno in cui stanno, propone le tecniche più adeguate di coltivazione e riproduzione; sviluppa, inoltre, le cure più all'avanguardia per il mantenimento e la conservazione delle varie specie.

L'agronomia e la biotecnologia sono scienze che fanno parte delle conoscenze del botanico, per esempio quelle in relazione ai problemi di salute e di produttività delle piante negli ecosistemi agroforestali. Anche la diversità genetica e funzionale dei sistemi vegetali è un tema che rientra negli interessi del botanico che, potremmo dire, a questo punto si situa tra l'essere scienziato e matematico se pensiamo, per esempio, che studia anche il rapporto che c'è tra la disposizione e il numero di foglie presenti nelle piante (quoziente di fillotassi).

Il botanico analizza tutti gli elementi delle piante: anche quelli più impercettibili come cellule, organi, tessuti, popolazioni di piante e comunità di piante. Ad ognuno di questi elementi corrisponde un diverso tipo di studio, si va dalla classificazione alla struttura e dalla funzione alla vita della pianta. Per intenderci i botanici studiano tutti quegli organismi che non appartengono al regno animale. Potremmo soffermarci sull'importanza che ha la figura del botanico e dunque chiederci, retoricamente, perché si studiano le piante. La risposta è tanto importante quanto la domanda, perché le piante sono parte fondamentale della vita sulla terra; generano ossigeno, cibo, combustibili, fibre, hanno proprietà medicinali, attuano la fotosintesi clorofilliana, formano parte dell'evoluzione ambientale.

Quasi tutto viene dalle piante come cotone, legno, carta, lino, gomma, ecc. La seta per esempio non sarebbe possibile senza la pianta di gelso. Questi sono solo alcuni degli esempi che si potrebbero enunciare per spiegare il valore e l'importanza delle piante, e di pari passo va l'importanza della figura del botanico, senza la quale non conosceremmo molte peculiarità e caratteristiche delle piante che ci circondano.

Il primo trattato di botanica generale è quello scritto nel Rinascimento da Bartolomeo Maranta, un napoletano che perfezionò gli studi delle piante a Pisa, e si intitola "Tre libri del metodo per riconoscere i semplici". Partendo da una profonda conoscenza del mondo vegetale, Maranta prende in esame i tre criteri fondamentali necessari nella pratica medica che si basano sul riconoscimento di una pianta e delle sue proprietà a seconda del periodo dell'anno, della sua età, del vigore che sprende o dall'esposizione che subisce. Le piante ci parlano quotidianamente, sta a noi saper decifrare.

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